S. Teresa di Lisieux
La devozione a santa Teresa di Lisieux si è sviluppata dappertutto nel mondo. Considerata da Pio XI come la “stella del suo pontificato”, è stata beatificata poi canonizzata nel 1925. Monaca di clausura, paradossalmente è stata dichiarata patrona delle missioni e, con Giovanna D’Arco (canonizzata già nel 1920), proclamata “Patrona secondaria di Francia”. Infine è stata anche proclamata 33° dottore della Chiesa da Giovanni Paolo II nel 1997 per il centenario della sua morte. Figlia di una coppia che commerciava in oreficeria, orologeria e nel “punto d’Alencon”, Louis Martin e Zélie Guérin, Thérèse perde sua madre all’età di quattro anni e mezzo.
Viene pertanto accudita dalle sorelle maggiori Marie e Pauline, che una dopo l’altra entrano al Carmelo di Lisieux, facendo però così rivivere alla bambina quel sentimento di abbandono già provato con la perdita della madre. Malgrado ciò Teresa sente ben presto una chiamata alla vita religiosa e superando ogni ostacolo riesce infine ad entrare anch’essa come le sue sorelle al Carmelo di Lisieux all’età di quindici anni. Dopo nove anni di vita religiosa, di cui i due ultimi passati in una “notte della fede”, Teresa muore di tubercolosi il 30 settembre 1897, come si racconta nelle testimonianze del tempo tra le 19h20m e le 19h30m, all’età di 24 anni.
La novità della sua spiritualità, chiamata anche teologia della “piccola via”, dell’infanzia spirituale, ha ispirato numerosi credenti. Teresa propone di ricercare la santità, non nelle grandi azioni, ma negli atti quotidiani anche i più insignificanti, a condizione di compierli per amore di Dio. Proclamandola 33° dottore della Chiesa, il S. Giovanni Paolo II ha riconosciuto ipso facto l’esemplarità della sua via e dei suoi scritti. Qui risiede uno dei paradossi di Teresa di Lisieux: morta sconosciuta poiché monaca di clausura, è celebrata e venerata a livello mondiale. Edificata in suo onore, la Basilica di Lisieux è il secondo luogo di pellegrinaggio di Francia solo dopo Lourdes.
(tratto da Wikipedia)